giovedì, marzo 03, 2005
martedì, marzo 01, 2005
INTER - MILAN
Dopo anni che seguiamo il derby tassativamente dalla curva Sud, per questa gara di ritorno abbiamo deciso di gustarcela sul divano di Roby "Betrae" Bettonazzi fedelissimo sostenitore dei colori rossoneri nonché presidente insieme a Nick"Vegetable"Fecionazzi, anche lui presente, del prestigioso Milan Club Acquanegra sul Chiese.
Dopo una buona cena, due bottiglie di ottimo lambrusco mantovano, i necessari digestivi e tutto quello che viene dopo, ci siamo messi comodi giusto in tempo per il fischio d’inizio.
Il mio augurio dopo Manchester è stato quello di poter vedere una partita più entusiasmante delle ultime che abbiamo disputato, ma come è ben noto abbiamo evidenziato i soliti problemi in fase d’ attacco e secondo me stavolta abbiamo faticato un po’ anche in mezzo al campo.
Sicuramente molto è dovuto anche alla bravura dell’Inter che per più di metà gara ha effettuato un pressing molto alto e asfissiante sui nostri portatori di palla impedendo loro molte volte di impostare la manovra.
Con ciò è anche vero che Ancelotti ha voluto riconfermare la squadra che a Manchester aveva ben figurato con il modulo ad albero di Natale, ma che a mio parere contro l’Inter era più sensato avere un’altra punta che tenesse più alta la squadra e dasse una mano a Crespo troppo isolato là davanti.
Beh, ma chi se ne frega, quando si vince va sempre bene, anche se si gioca male, alla faccia del TuttoPresidente che si lamenta del bel gioco che manca ma che dovrebbe gioire visto che i risultati comunque arrivano.
E poi non è un bel godimento vincere con un solo tiro (e che tiro!) nello specchio della porta e per giunta con i cugini interisti? Secondo me non è male se poi si pensa che questa ventata di CULO si protrae da più di un mese, non può per caso essere un segnale positivo? Preferisco non pensarci ma chiudere ringraziando Nelson Dida, che ancora una volta ha dovuto superarsi sull’unica palla pericolosa scagliata nello specchio della porta da Veron a velocità a dir poco sostenuta e che poteva cambiare la partita.
Dopo una buona cena, due bottiglie di ottimo lambrusco mantovano, i necessari digestivi e tutto quello che viene dopo, ci siamo messi comodi giusto in tempo per il fischio d’inizio.
Il mio augurio dopo Manchester è stato quello di poter vedere una partita più entusiasmante delle ultime che abbiamo disputato, ma come è ben noto abbiamo evidenziato i soliti problemi in fase d’ attacco e secondo me stavolta abbiamo faticato un po’ anche in mezzo al campo.
Sicuramente molto è dovuto anche alla bravura dell’Inter che per più di metà gara ha effettuato un pressing molto alto e asfissiante sui nostri portatori di palla impedendo loro molte volte di impostare la manovra.
Con ciò è anche vero che Ancelotti ha voluto riconfermare la squadra che a Manchester aveva ben figurato con il modulo ad albero di Natale, ma che a mio parere contro l’Inter era più sensato avere un’altra punta che tenesse più alta la squadra e dasse una mano a Crespo troppo isolato là davanti.
Beh, ma chi se ne frega, quando si vince va sempre bene, anche se si gioca male, alla faccia del TuttoPresidente che si lamenta del bel gioco che manca ma che dovrebbe gioire visto che i risultati comunque arrivano.
E poi non è un bel godimento vincere con un solo tiro (e che tiro!) nello specchio della porta e per giunta con i cugini interisti? Secondo me non è male se poi si pensa che questa ventata di CULO si protrae da più di un mese, non può per caso essere un segnale positivo? Preferisco non pensarci ma chiudere ringraziando Nelson Dida, che ancora una volta ha dovuto superarsi sull’unica palla pericolosa scagliata nello specchio della porta da Veron a velocità a dir poco sostenuta e che poteva cambiare la partita.
venerdì, febbraio 25, 2005
TABELLONE OTTAVI DI CHAMPIONS LEAGUE
Vediamo come sono andate le altre gare degli ottavi di finale partendo da Real Madrid – Juventus 1-0, dove il gol del successo siglato da Helguera di testa al 31’p.t. su punizione di Beckham, suggella il giusto premio per la complessiva superiorità dei padroni di casa. Una superiorità a livello individuale prima che di collettivo, perchè la squadra di Luxemburgo dimostra di non avere solo fuoriclasse migliori, come Zidane, ma anche gregari di lusso come il nuovo acquisto Gravesen. E così Capello perde suo malgrado il confronto proprio in mezzo al campo, dove in assenza del recuperato Nedved, uscito in barella dopo mezz’ora per un colpo alla testa, non basta Emerson per reggere la baracca, così come non basta davanti Ibrahimovic, ancora una volta troppo isolato per mancanza di rifornimenti, e di aiuto da parte di Del Piero tornato più declinante che mai.
L’altra sfida che vede in campo un italiana è Porto – Inter 1-1 gol di Martins al 24’del primo tempo che insacca a porta vuota su appoggio dalla sinistra di Stankovic e sale a quota 5 reti in cinque gare di Champions e pareggio al 16’ della ripresa : Nuno Valente crossa lungo da sinistra , Toldo si fa scavalcare colpevolmente, Costinha sul secondo palo rimette al centro dove il giovane Ricardo Costa, felice come un Goitom scaraventa in rete.
Ancora una partita agguantata e poi rovinata dalle solite amnesie mentali e tattiche , dall’ennesimo errore difensivo, in Europa come a Udine. Ecco un altro pareggio, il ventesimo stagionale: è un buon risultato, ma che lascia al Porto speranze che ad un certo punto non sognava più. E a San Siro i campioni d’Europa avranno in più Diego, il loro uomo più talentuoso.
Altro match clou della giornata è Barcellona – Chelsea 2-1. L’arbitro Frisk fa il protagonista nel dirigere questa finale anticipata: una sfida tra la prima della Liga e la prima della Premiership.
Frisk caccia Drogba all’11’ s.t. con una ammonizione ingiusta, forse perché prima aveva sorvolato su un altro fallo dello stesso attaccante. E il Chelsea spietato(mai un vero tiro in porta) ma in vantaggio fino ad allora per un autogol di Belletti, viene sgonfiato da Maxi Lopez (un gol e un assist per Eto’o). Un attaccante ventenne preso dal River Plate a gennaio e che ora diventerà l’idolo di Barcellona, visto l’esordio da fenomeno. Anche perché quando entra al 18’ s.t., gli inglesi sono avanti e il pubblico frigge di paura.
A Monaco di Baviera, Bayern Monaco batte Arsenal 3-1, anche se i padroni di casa rovinano con un pasticcio difensivo finale una vittoria piena e secca contro l’Arsenal, che poteva metterlo praticamente al riparo in vista del ritorno. Invece i tedeschi regalano agli inglesi un gol più insperato che cercato e pur con il risultato di 3 – 1 in suo favore e la bella doppietta di Pizarro, la squadra di Magath dovrà davvero impegnarsi al massimo per superare il turno. Andati in vantaggio quasi subito, i tedeschi prima amministrano la gara, poi, ottenuto il raddoppio, non lasciano più spazio agli spenti avversari.Oltre alla doppietta di Pizarro, segna poi Salihamidzic per il Bayern e accorcia Toure per l’Arsenal.
Ad Anfield Road il Liverpool batte Bayer Leverkusen 3 - 1 in una notte , la 50esima europea, che rimarra nella memoria dei tifosi inglesi come una di quelle da ricordare, anche se la papera di Dudek a pochi secondi dal termine li ha mandati a casa con l’amaro in bocca. Hamann aveva appena segnato il 3 – 0 che in pratica avrebbe chiuso il doppio confronto, ma il portiere ha offerto a França un pallone carico di speranze. Ai Reds resta una serata da ricordare, soprattutto perché alla vigilia non ci credeva quasi nessuno. Gerrard squalificato, Morientes non eleggibile, Xabi Alonso e Cissè infortunati, un ‘altalena uscita chiusa con un brutto 2 – 0 incassato a Birmingham, i tedeschi in buona forma. C’erano tutte le premesse per una serata no. E invece i gol di Luis Garcia, Riise e Hamann e gli errori dei tedeschi alle due estremità del campo avevano permesso al Liverpool di portarsi sul 3 – 0, preparandosi al meglio per la trasferta alla BayArena.
Il Psv vince 1 – 0 contro il Monaco, incornata del difensore brasiliano Alex su corner di Van Bommel all’8’ p.t., ma getta una grande occasione per presentarsi nel principato, fra due settimane, con un vantaggio superiore e giocare il ritorno con maggior tranquillità. Occasione gettata perché il Monaco, pur avendo oltre 80 minuti per cercare di raddrizzare una partita cominciata male, non e riuscito a costruire neppure una palla-gol per tutto l’incontro. Davvero una brutta prestazione per gli uomini di Deschamps che lasciano Eindhoven con la consapevolezza di potersi giocare ancora la qualificazione.
Infine il Lione si impone in Germania battendo per 3 – 0 un Werder Brema volenteroso ma sprecone, crollato a un quarto d’ora dalla fine sotto i colpi di Diarra e Juninho, che hanno completato il capolavoro cominciato da Wiltord. Il Werder si è presentato con un modulo a due punte davanti a Micoud in serata no, in più l’allenatore del Werder ha dovuto rinunciare a Klasnic, 5 gol all’attivo in Champions, fuori per influenza. Le Guen ha invece replicato piazzando Juninho e Diarra a far filtro dietro all’accoppiata Frau-Wiltord. Ne viene fuori una gara agile con continui rovesciamenti di fronte e due tattiche opposte: il Werder cerca le fasce per sfruttare il gioco aereo di Klose, il Lione, invece, replica con realismo a palla bassa, con contropiedi che tagliano in due la squadra di casa. E ci riesce.
L’altra sfida che vede in campo un italiana è Porto – Inter 1-1 gol di Martins al 24’del primo tempo che insacca a porta vuota su appoggio dalla sinistra di Stankovic e sale a quota 5 reti in cinque gare di Champions e pareggio al 16’ della ripresa : Nuno Valente crossa lungo da sinistra , Toldo si fa scavalcare colpevolmente, Costinha sul secondo palo rimette al centro dove il giovane Ricardo Costa, felice come un Goitom scaraventa in rete.
Ancora una partita agguantata e poi rovinata dalle solite amnesie mentali e tattiche , dall’ennesimo errore difensivo, in Europa come a Udine. Ecco un altro pareggio, il ventesimo stagionale: è un buon risultato, ma che lascia al Porto speranze che ad un certo punto non sognava più. E a San Siro i campioni d’Europa avranno in più Diego, il loro uomo più talentuoso.
Altro match clou della giornata è Barcellona – Chelsea 2-1. L’arbitro Frisk fa il protagonista nel dirigere questa finale anticipata: una sfida tra la prima della Liga e la prima della Premiership.
Frisk caccia Drogba all’11’ s.t. con una ammonizione ingiusta, forse perché prima aveva sorvolato su un altro fallo dello stesso attaccante. E il Chelsea spietato(mai un vero tiro in porta) ma in vantaggio fino ad allora per un autogol di Belletti, viene sgonfiato da Maxi Lopez (un gol e un assist per Eto’o). Un attaccante ventenne preso dal River Plate a gennaio e che ora diventerà l’idolo di Barcellona, visto l’esordio da fenomeno. Anche perché quando entra al 18’ s.t., gli inglesi sono avanti e il pubblico frigge di paura.
A Monaco di Baviera, Bayern Monaco batte Arsenal 3-1, anche se i padroni di casa rovinano con un pasticcio difensivo finale una vittoria piena e secca contro l’Arsenal, che poteva metterlo praticamente al riparo in vista del ritorno. Invece i tedeschi regalano agli inglesi un gol più insperato che cercato e pur con il risultato di 3 – 1 in suo favore e la bella doppietta di Pizarro, la squadra di Magath dovrà davvero impegnarsi al massimo per superare il turno. Andati in vantaggio quasi subito, i tedeschi prima amministrano la gara, poi, ottenuto il raddoppio, non lasciano più spazio agli spenti avversari.Oltre alla doppietta di Pizarro, segna poi Salihamidzic per il Bayern e accorcia Toure per l’Arsenal.
Ad Anfield Road il Liverpool batte Bayer Leverkusen 3 - 1 in una notte , la 50esima europea, che rimarra nella memoria dei tifosi inglesi come una di quelle da ricordare, anche se la papera di Dudek a pochi secondi dal termine li ha mandati a casa con l’amaro in bocca. Hamann aveva appena segnato il 3 – 0 che in pratica avrebbe chiuso il doppio confronto, ma il portiere ha offerto a França un pallone carico di speranze. Ai Reds resta una serata da ricordare, soprattutto perché alla vigilia non ci credeva quasi nessuno. Gerrard squalificato, Morientes non eleggibile, Xabi Alonso e Cissè infortunati, un ‘altalena uscita chiusa con un brutto 2 – 0 incassato a Birmingham, i tedeschi in buona forma. C’erano tutte le premesse per una serata no. E invece i gol di Luis Garcia, Riise e Hamann e gli errori dei tedeschi alle due estremità del campo avevano permesso al Liverpool di portarsi sul 3 – 0, preparandosi al meglio per la trasferta alla BayArena.
Il Psv vince 1 – 0 contro il Monaco, incornata del difensore brasiliano Alex su corner di Van Bommel all’8’ p.t., ma getta una grande occasione per presentarsi nel principato, fra due settimane, con un vantaggio superiore e giocare il ritorno con maggior tranquillità. Occasione gettata perché il Monaco, pur avendo oltre 80 minuti per cercare di raddrizzare una partita cominciata male, non e riuscito a costruire neppure una palla-gol per tutto l’incontro. Davvero una brutta prestazione per gli uomini di Deschamps che lasciano Eindhoven con la consapevolezza di potersi giocare ancora la qualificazione.
Infine il Lione si impone in Germania battendo per 3 – 0 un Werder Brema volenteroso ma sprecone, crollato a un quarto d’ora dalla fine sotto i colpi di Diarra e Juninho, che hanno completato il capolavoro cominciato da Wiltord. Il Werder si è presentato con un modulo a due punte davanti a Micoud in serata no, in più l’allenatore del Werder ha dovuto rinunciare a Klasnic, 5 gol all’attivo in Champions, fuori per influenza. Le Guen ha invece replicato piazzando Juninho e Diarra a far filtro dietro all’accoppiata Frau-Wiltord. Ne viene fuori una gara agile con continui rovesciamenti di fronte e due tattiche opposte: il Werder cerca le fasce per sfruttare il gioco aereo di Klose, il Lione, invece, replica con realismo a palla bassa, con contropiedi che tagliano in due la squadra di casa. E ci riesce.
giovedì, febbraio 24, 2005
MANCHESTER UNITED - MILAN Ottavi Champions League
Grande prova di forza del Milan a Manchester! Non ci avrei scommesso così facilmente sulla vittoria, un po’ perché loro in Champions all’Old Trafford non perdevano da venti turni, un po’ perché ultimamente non riusciamo ad esprimerci ai soliti livelli.
Avrei detto un pareggio, che non sarebbe stato male, ma sono contento di essere stato smentito e soprattutto sono molto soddisfatto dalla prova fornita dalla squadra.
A parte qualche sbandamento iniziale che avrebbe potuto costarci caro, ma dovuto principalmente a motivi di assestamento della difesa che ha dovuto modificare i piani di partenza a causa dell’infortunio accorso a Stam nel riscaldamento, il Milan ha disinnescato disorientato il Manchester con le sue trame e con una manovra condotta sapientemente ma alla quale manca spesso la profondità.
Infatti nel primo tempo anche se abbiamo sempre avuto in pugno la gara non siamo riusciti ad impensierire più di tanto la difesa inglese.
Da ammirare la prova di Ringhio Gattuso a tutto campo per 90 minuti, una prova da vero guerriero come si addice al calcio anglo-sassone, in grado di fermare chiunque gli si parasse davanti.
Anche il controllo delle fasce, dopo quei venti minuti necessari a Cafu per scaldarsi, ha funzionato perfettamente, tanto che gli attesi Giggs e Ronaldo spariscono letteralmente dalla scena.
Solo in avanti si fa un po’ di fatica a trovare il varco per scardinare la difesa dello United che a sua volta non ha problemi a controllare un Crespo isolato e non proprio servito a dovere.
Nel secondo tempo col passare dei minuti abbiamo acquistato maggiore sicurezza e padronanza del gioco tanto lasciare al Manchester solo lo spazio per qualche innocua ripartenza.
E in questo contesto sarebbe stato un grosso peccato non riuscire ad approfittare della pessima serata di un Rooney sistematicamente anticipato dalla coppia di fenomeni Nesta e Capitan Maldini, oltre che sconclusionato di suo.
E così dopo essersi mangiato un’ottima palla-gol, servita magistralmente da Kakà, Crespo riesce finalmente a violare la porta inglese appoggiando in rete una palla respinta goffamente da Carrol su tiro violento di Seedorf. Per molti un’ ennesimo colpo di fortuna, ma che comunque viene dopo una partita quasi impeccabile, dove se qualcuno meritava quello era il Milan.
Con questo volevo fare un elogio a Hernan Crespo che di gol decisivi nelle ultime settimane ne ha segnati, difatti è un attaccante che non si da mai per vinto e se gli passa una sola palla buona prova a fare almeno quella, che sia su palo di Kakà o su respinta di Carrol lui sa come fare..La chiamano giustamente fortuna , ma questa bisogna andarsela a cercare.
E ora tuffiamoci nel derby sperando in uno scontro elettrizzante e più spettacolare di questa sfida inglese.
Avrei detto un pareggio, che non sarebbe stato male, ma sono contento di essere stato smentito e soprattutto sono molto soddisfatto dalla prova fornita dalla squadra.
A parte qualche sbandamento iniziale che avrebbe potuto costarci caro, ma dovuto principalmente a motivi di assestamento della difesa che ha dovuto modificare i piani di partenza a causa dell’infortunio accorso a Stam nel riscaldamento, il Milan ha disinnescato disorientato il Manchester con le sue trame e con una manovra condotta sapientemente ma alla quale manca spesso la profondità.
Infatti nel primo tempo anche se abbiamo sempre avuto in pugno la gara non siamo riusciti ad impensierire più di tanto la difesa inglese.
Da ammirare la prova di Ringhio Gattuso a tutto campo per 90 minuti, una prova da vero guerriero come si addice al calcio anglo-sassone, in grado di fermare chiunque gli si parasse davanti.
Anche il controllo delle fasce, dopo quei venti minuti necessari a Cafu per scaldarsi, ha funzionato perfettamente, tanto che gli attesi Giggs e Ronaldo spariscono letteralmente dalla scena.
Solo in avanti si fa un po’ di fatica a trovare il varco per scardinare la difesa dello United che a sua volta non ha problemi a controllare un Crespo isolato e non proprio servito a dovere.
Nel secondo tempo col passare dei minuti abbiamo acquistato maggiore sicurezza e padronanza del gioco tanto lasciare al Manchester solo lo spazio per qualche innocua ripartenza.
E in questo contesto sarebbe stato un grosso peccato non riuscire ad approfittare della pessima serata di un Rooney sistematicamente anticipato dalla coppia di fenomeni Nesta e Capitan Maldini, oltre che sconclusionato di suo.
E così dopo essersi mangiato un’ottima palla-gol, servita magistralmente da Kakà, Crespo riesce finalmente a violare la porta inglese appoggiando in rete una palla respinta goffamente da Carrol su tiro violento di Seedorf. Per molti un’ ennesimo colpo di fortuna, ma che comunque viene dopo una partita quasi impeccabile, dove se qualcuno meritava quello era il Milan.
Con questo volevo fare un elogio a Hernan Crespo che di gol decisivi nelle ultime settimane ne ha segnati, difatti è un attaccante che non si da mai per vinto e se gli passa una sola palla buona prova a fare almeno quella, che sia su palo di Kakà o su respinta di Carrol lui sa come fare..La chiamano giustamente fortuna , ma questa bisogna andarsela a cercare.
E ora tuffiamoci nel derby sperando in uno scontro elettrizzante e più spettacolare di questa sfida inglese.
martedì, febbraio 22, 2005
MILAN - CAGLIARI
Sabato andando allo stadio speravo di poter finalmente vedere un Milan diverso da quello delle ultime settimane che fatica segnare e ad esprimere un buon calcio, ma purtroppo ho dovuto sorbirmi l’ennesima prova opaca fornita dalla squadra e soprattutto dalle punte..
Al 90’ ero molto amareggiato per come si stava concludendo la gara contro il Cagliari e per il mancato aggancio alla Juve, ma una qualche forza oscura resosi conto forse del mio dispiacere e di quello di molti altri, ha fatto sì che San Sergio a venti secondi dal termine infilasse nel sette un pallone scodellato da destra a sinistra da pendolino Cafu.
Essendo amante del bel gioco queste vittorie fortunose non possono farmi piacere, però basandomi sui risultati posso ritenermi soddisfatto dei 3 punti ottenuti in extremis che permettono l’aggancio alla Juventus e una migliore condizione psicologica in vista dei prossimi impegni col Manchester di mercoledì e di domenica con l’Inter.
Stando alle ultime 5-6 gare escluso Bologna e Messina, posso ammettere che la fortuna non è cieca, ma ci vede perfettamente e come tradizione ha scelto di premiare i più audaci; proprio per questo le vittorie contro Udinese, Lazio, Reggina e Cagliari non possono essere soltanto un caso, una sterzata improvvisa del fato,infatti la fortuna va aiutata poiché nel calcio l’autogol, la carambola, l’episodio premiano soprattutto chi attacca e cerca di prendere possesso dell’area avversaria. L’unico problema è che il Milan non può permettersi di vincere con un golletto e di nascondersi dietro l’etichetta di squadra cinica e spietata ma deve cercare la via più spettacolare al successo.
Per chiudere un pensiero va al nostro fuoriclasse numero 1 Andriy Shevchenko che ha dovuto lasciare il campo dopo una decina di minuti a causa di uno scontro fortuito con il difensore del Cagliari Loria, che gli ha provocato la frattura dello zigomo e della cavità bulbo-oculare con versamento emorragico che lo costringerà a stare fuori per almeno 3 o 4 settimane.
Dunque l’appuntamento più ottimistico ipotizzabile sarebbe per Milan – Brescia del 27 marzo, ma conoscendo i recuperi prodigiosi e a tempi di record che il Pallone d’Oro ci ha abituati , spero con tutto il cuore che anche stavolta non si smentisca.
Infortunio questo di Sheva che proprio non ci voleva in questa parte della stagione fitta di impegni importanti come il derby e la doppia sfida con i Red Devils di Alex Ferguson.
Ma forse questo è il pegno da pagare per la buona sorte degli utimi tempi.
Al 90’ ero molto amareggiato per come si stava concludendo la gara contro il Cagliari e per il mancato aggancio alla Juve, ma una qualche forza oscura resosi conto forse del mio dispiacere e di quello di molti altri, ha fatto sì che San Sergio a venti secondi dal termine infilasse nel sette un pallone scodellato da destra a sinistra da pendolino Cafu.
Essendo amante del bel gioco queste vittorie fortunose non possono farmi piacere, però basandomi sui risultati posso ritenermi soddisfatto dei 3 punti ottenuti in extremis che permettono l’aggancio alla Juventus e una migliore condizione psicologica in vista dei prossimi impegni col Manchester di mercoledì e di domenica con l’Inter.
Stando alle ultime 5-6 gare escluso Bologna e Messina, posso ammettere che la fortuna non è cieca, ma ci vede perfettamente e come tradizione ha scelto di premiare i più audaci; proprio per questo le vittorie contro Udinese, Lazio, Reggina e Cagliari non possono essere soltanto un caso, una sterzata improvvisa del fato,infatti la fortuna va aiutata poiché nel calcio l’autogol, la carambola, l’episodio premiano soprattutto chi attacca e cerca di prendere possesso dell’area avversaria. L’unico problema è che il Milan non può permettersi di vincere con un golletto e di nascondersi dietro l’etichetta di squadra cinica e spietata ma deve cercare la via più spettacolare al successo.
Per chiudere un pensiero va al nostro fuoriclasse numero 1 Andriy Shevchenko che ha dovuto lasciare il campo dopo una decina di minuti a causa di uno scontro fortuito con il difensore del Cagliari Loria, che gli ha provocato la frattura dello zigomo e della cavità bulbo-oculare con versamento emorragico che lo costringerà a stare fuori per almeno 3 o 4 settimane.
Dunque l’appuntamento più ottimistico ipotizzabile sarebbe per Milan – Brescia del 27 marzo, ma conoscendo i recuperi prodigiosi e a tempi di record che il Pallone d’Oro ci ha abituati , spero con tutto il cuore che anche stavolta non si smentisca.
Infortunio questo di Sheva che proprio non ci voleva in questa parte della stagione fitta di impegni importanti come il derby e la doppia sfida con i Red Devils di Alex Ferguson.
Ma forse questo è il pegno da pagare per la buona sorte degli utimi tempi.
venerdì, febbraio 18, 2005
REGGINA - MILAN
Anche stavolta non siamo riusciti ad esprimere quel gioco di cui andavamo fieri qualche tempo fa, vincendo fortunosamente e creando poche occasioni pericolose. C'è poco da fare, ultimamente stiamo facendo molta fatica a proporre un gioco spumeggiante e spettacolare che è poi il nostro marchio di fabbrica, anche se però nelle ultime gare siamo riusciti a fare bottino pieno giocando così.Se la settimana scorsa abbiamo recuperato grazie ai cambi fatti nella ripresa da Ancelotti, stavolta dobbiamo ringraziare Zamboni che dopo aver punito la Juve ha avuto a la fortuna (per noi) di buttarcela dentro proprio in una partita che difficilmente avremmo sbloccato.Infatti a parte Dida e il solito Nesta, ingiustamente ammonito, la squadra non si è mossa come doveva e come spesso accade non riesce fornire l'ultimo passaggio e quindi ad incidere negli ultimi sedici metri.L'assenza di Pirlo sicuramente si fa sentire, per il tipo di gioco che svolgiamo, non caso senza di lui prima della trasferta di Reggio Calabria abbiamo ottenuto due pareggi e una sconfitta; e su questo bisogna ragionare.Dò pienamente ragione a Galliani quando bacchetta Carletto sul modulo da tenere senza Pirlo, perchè è ampiamente riconosciuto che la sua interpretazione del ruolo nel centrocampo a rombo è unica all'interno della squadra e che Ambrosini offre ampie garanzie in fase difensiva ma non ha la qualità nell'impostazione di Andrea, al massimo Rui Costa potrebbe entrare meglio nel ruolo.A questo punto sarebbe più logico essere meno conservatori e per una volta rinnegare il fortunato rombo quando si è orfani del suo vertice basso e passare ad un più ordinato 4-4-2 in linea con Ambrosini e Kaka centrali dove l'uno puo interdire e l'altro difendere.Spero che non dovremo averne bisogno poichè i nostri successi sono basati sul 4-3-1-2 e con cui riusciamo esprimerci al meglio delle nostre possibilità ma credo anche sia un bene avere una certa duttilità tattica quando le situazioni la richiedono.E adesso il Cagliari, inseguendo quei gobbi che anche sta settimana (vedi gol annullato a Fava) hanno magnato più del dovuto.
sabato, febbraio 12, 2005
MILAN - LAZIO
Questo campionato più difficile del mondo non tradisce le aspettative, poichè non ci sono copioni scontati e le certezze crollano col passare dei giorni.Addirittura dei minuti, come è successo domenica sera a S.Siro. Contro la Lazio, ad un certo punto ho pensato di rivivere il drammatico pomeriggio del Bologna, il progetto di rosicchiare punti alla Juve rischiava di fallire miseramente anche per merito di una squadra che chiudeva intelligentemente tutti gli spazi e che si trova all'improvviso a gestire un vantaggio inaspettato.A noi d'altra parte manca l'ispirazione, gente come Pirlo non dà fluidità alla squadra, Kakà non ne azzecca una e anche Crespo e Tomasson sono irriconoscibili rispetto a Messina. Ed è in questo contesto che gli uomini di Papadopulo passano in vantaggio con Oddo, abile a trasformare un rigore procurato da Stam in entrata folle su Rocchi, stando a sottolineare il pessimo periodo che sta passando.Solo a questo punto Ancelotti inserisce due ali vere, Cafu e Serginho e Sheva al posto di un Tomasson un po' sottotono anche per la scarsa assistenza dei centrocampisti. E proprio l'usignolo di Kiev è l'elemento che cambia il volto della gara improvvisamente complicatasi.Andando contro ogni previsione che lo vedeva a riposo per un'altra settimana, è entrato come un ciclone,con una carica fortissima, ha cercato e ispirato un Kakà imballato, ha spinto, ha forzato subito senza paura edè andato in gol con una prodigiosa staffilata su calcio di punizione dai trenta metri che si insacca nel sette alla destra di Peruzzi. E pensare che le punizioni erano uno dei punti deboli di Sheva,ha sempre voluto calciarle ma quasi sempre con esito negativo.Si conferma poi sempre di più la bestia nera della Lazio 6 gol solo in questa stagione senza contare gli altri.A questo punto si comincia a intravvedere un gioco un'attimo diverso e più fluido e fortunatamente anche il genietto brasiliano si risveglia dal torpore e da una sua incursione nasce il tiro che dopo aver sbattuto sul palo, carambolerà sul piede di Crespo che a sua volta insaccherà (quasi lo sbaglia!!) nella porta laziale.Ed è cosi che riusciamo a sfruttare al meglio il passo falso degli juventini e portarci a -2 solo sette giorni dopo la sconfitta di Bologna, quando venivamo considerati spacciati per la rincorsa al titolo; ma forse queste sono le sorprese che ci riserva il girone a 20 squadre.Non voglio entusiasmarmi troppo visti i repentini movimenti in classifica e vista la scarsa vena della squadra in generale ma penso positivo perchè vincere giocando non al meglio è sicuramennte un buon segnale.
Da segnalare ancora la protesta contro il caro-biglietti avanzata dalla curva all'indirizzo di Adriano Galliani in qualità di numero uno della Lega: "CARO BIGLIETTI: LEGA SOLO PROCLAMI,PROMESSE E ILLUSIONI". I prezzi dei settori popolari negli stadi italiani oscillano tra i 15 e 20 euro, prezzi ritenuti troppo cari da chi continua a seguire la squadra del cuore facendo tanti sacrifici, anche dopo l'avvento del digitale terrestre.
lunedì, febbraio 07, 2005
MESSINA - MILAN
Finalmente si torna a vincere e perdipiù in trasferta dove non lo si faceva dal 12 dicembre in quel di Parmae tornando prepotentemente al gol dopo due turni all'asciutto.Un Milan ritrovato e ricaricato psicologicamente forse anche per il ricordo della beffa subita all'andata dal Messina,il quale ha avuto ben poco da fare contro l'inarrestabile manovra dei rossoneri che tratti definirei devastante. Molti giocatori che fino a domenica sembravano cotti stasera hanno dato il meglio di sè rivelandosi determinanti proprio nel giono in cui i gobbi perdono a Torino con la Sampdoria. (Grazie Novellino vecchio cuore rossonero!!!)Tra questi cito Crespo e Kakà, l'uno finalizzatore e l'altro ispiratore che insieme a Cafu e Seedorf, sono quelli che hanno dato la scossa e senza dimenticare la difesa che è stata immpeccabile salvo in occasione del gol del Messina.Prima mezz'ora dominio assoluto del Milan autore di un gioco pregevolissimo (vedi azione che porta al primo gol di Crespo), con Seedorf e Ricky al centro di ogni azione di attacco e Cafu sulla destra in veste di attaccante aggiunto viste e autentica spina nel fianco della difesa messinese.A parte qualche timore dopo il gol di Zampagna che ha risvegliato un pò il Messina dal torpore,rischiando anche di pareggiare, il primo tempo è finito a nostro favore, come poi lo sarà la ripresa,infatti non vi sono cali di tensione tanto che al 19'chiudiamo la pratica con una triangolazione da applausi tra Hernan e Kakà, il quale restituisce palla all'argentino che firma la sua seconda doppietta stagionale dopo quella con la Fiorentina.Passano pochi minuti e l'arbitro fischia un rigore per atterramento di Kakà da parte del portiere messinese Storari, che prima si riscatta in parte parando il penalty ottimamente su Pirlo poi subisce il quarto gol di Tomasson senza esimersi da colpe.
A questo punto siamo -5 e la temperatura piano piano sta salendo, io dico di crederci perchè le partite le perdono anche i gobbi bastardi quando non vengono aiutati, l'importante è continuare a vincere e sperare che qualche arbitro per la par condicio penalizzi un po anche la Juve. ( è solamente un sogno!!!!!!)